Massoneria e religioni civili by Fulvio Conti

autore:Fulvio, Conti [Conti, Fulvio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Saggi
ISBN: 9788815142535
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2009-10-14T22:00:00+00:00

2. Dal patriottismo risorgimentale al solidarismo massonico

Venendo dunque ad abbozzare qualche prima linea di ricerca e di ipotesi interpretativa, non si può non prendere le mosse da un’affermazione ben precisa, che si ricollega direttamente al dibattito storiografico e politico sviluppatosi intorno al ruolo della massoneria nelle vicende risorgimentali. La letteratura più autorevole, basata su rigorose ricerche d’archivio e finalmente non più inficiata da intenti apologetici o denigratori, concorda nel giudizio che già illustri studiosi di diverso orientamento ideologico, come Salvemini e Volpe, ebbero modo di esprimere mentre infuriava la polemica antimassonica di vasti settori del mondo politico italiano: cattolici, socialisti, nazionalisti e poi fascisti[13]. Cioè che la massoneria non ebbe quasi parte alcuna, sia come corpo organizzato sia come singoli individui, nella fase centrale del Risorgimento italiano, vale a dire nel periodo fra il 1820 e il 1859. E questo per il semplice motivo che essa venne messa al bando in tutti gli stati preunitari, divenne oggetto di severe persecuzioni e fu di fatto incapace, tranne per qualche effimero periodo e in sporadiche realtà, di dare vita a una stabile e attiva trama organizzativa.

In tempi recenti un invito a modificare questo schema interpretativo e a valorizzare il ruolo svolto dalla massoneria nelle vicende italiane anche dopo il 1848 è venuto da Giuseppe Giarrizzo. Secondo questo autorevole studioso, anche all’indomani dell’ondata rivoluzionaria del 1848-49,

la tensione fra l’universalismo del credo originario e la trionfante idea di nazionalità continua ad alimentare, specie in alcune aree regionali (cito per tutte l’area tosco-romagnola e quella calabro-siciliana), tanto i progetti politici quanto la sociabilità settaria, la quale continua a serbare attrazione nella vita militare e nella burocrazia degli Stati amministrativi postnapoleonici.

Giarrizzo suggerisce di spostare l’attenzione dall’analisi delle trame organizzative a quella dei

modi dell’agire politico – e di moderati e di rivoluzionari – che riportano […] a modi di vivere la religio massonica, in obbedienze che pur divergono dalle osservanze ufficiali e tuttavia serbano chiare, ora nella struttura associativa ora nell’impianto ideologico, le proprie ascendenze muratorie.

Seguendo questa logica,

il giacobinismo, come una delle articolazioni del nesso Risorgimento italiano-Rivoluzione francese, si interpreta e si apprezza solo se inserito nel corrispondente capitolo della storia massonica; alla Massoneria l’azione politica dei «patrioti» deve la forma organizzativa e importanti schemi ideologici; alla Massoneria rinvia la forma-partito che si costituisce a cavallo del 1848 ed è infine importante il contributo «laico» o religioso (non ecclesiatico) delle varie osservanze nel processo formativo della politicizzazione delle masse, in vista della «riforma intellettuale e morale» dell’Italiano e soprattutto dell’avvento in Italia di un modello d’umanità rigenerata[14].

Resta il fatto che le tracce di una presenza organizzata della massoneria furono in questi anni, almeno fino al 1856, assai labili e che la conservazione di vincoli associativi e di eredità culturali riconducibili direttamente alla matrice liberomuratoria fu affidata quasi esclusivamente alle tipologie aggregative costituite dagli esuli politici in Europa, in America latina e in altri paesi. Furono gli esuli a mantenere i rapporti con le principali obbedienze straniere e furono soprattutto loro, al momento del ritorno nella penisola nel

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